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il pensiero laterale

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Il pensiero logico si muove in modo lineare, sia che vada per deduzione, dal principio all’esperienza, che per induzione, dall’esperienza al principio, oppure che dalle cause arrivi agli effetti, o dagli effetti risalga alle cause.

Ma esiste un altro modo di pensare, per associazioni, intuizioni, fantasie. Questo modo non procede per linee dritte, ma scantona qua e là, saltella, svolazza.

Edward De Bono ha distinto i due modi di pensare chiamandoli pensiero verticale e pensiero laterale.

Il pensiero verticale si sviluppa secondo una linea che va da un punto all’altro, come un treno che corre sul binario. E’ veloce ed efficiente, ma può fare solo quel tragitto.

Il pensiero laterale devia, salta qua e là, come un’ape che cerca i fiori più dolci.

Il pensiero verticale utilizza l’analisi e il ragionamento logico, le dimostrazioni, le relazioni di causa/effetto, le deduzioni. Approfondisce, indaga, classifica. Risolve problemi ben definiti.

Il pensiero laterale lavora per associazioni di idee, divagazioni, fantasie, provocazioni operative. Apre nuove vie. De Bono fa l’esempio della miniera: il pensiero verticale scava a fondo per cercare il minerale, senza pensiero verticale non si porta su il minerale (i risultati). Quando però il minerale comincia a scarseggiare, se si insiste col pensiero verticale si lavora a vuoto, perché si insiste su una vena esaurita in modo sempre meno produttivo. E allora le divagazioni del pensiero laterale spingono ad andare in giro e cercare una nuova miniera. E cioè ad abbandonare le soluzioni che avevano funzionato finora, per cercare nuove soluzioni a nuovi problemi o a problemi mutati. Soluzioni creative, coraggiose, a volte paradossali, ma capaci di far uscire dal labirinto delle abitudini e delle procedure consolidate. E nei migliori dei casi a portare fino alle disruptive innovations.

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